martedì 27 settembre 2016

“Leggere i fumetti”, di Claudio Calia

Guarda, il nuovo libro di Claudio Calia (“Leggere i fumetti”, appena uscito per BeccoGiallo) lo aspettavo, sono fra quelli che ne avevano visto le tavole in progress. Insomma, sapevo che ci stava lavorando da un po’. A me è piaciuto molto: non un manuale didattico o un compendio storico sul fumetto, ma una sorta di dissertazione sentimentale su una delle passioni più forti della sua vita. Anzi, “la” passione: all’inizio del libro, stila una classifica delle 3 cose che contano maggiormente, per lui. I fumetti, l’amore, la politica. Hai letto bene, il fumetto al primo posto. E lui spiega perché.

Ma ci arriviamo dopo. O comunque leggilo e capirai. Ora ti dico una cosa di cui sono convinto: la vita è fatta di flash, di lampi. Alcuni lasciano il segno, indelebile nella memoria, altri no. Capire come o perché lo fanno trascende la razionalità; sicuramente noi li rielaboriamo, poi, a livello (anche) razionale. Vanno a costituire il nostro vissuto, le nostre emozioni, le nostre aspirazioni… “chi siamo”, insomma.
Ecco, a un certo punto Claudio scrive: “ho cominciato a leggere fumetti in casa ereditando degli Alan Ford, e ben presto mi sono appassionato ai supereroi della Marvel…”. E’ uno di quei flash. Meglio: ne evoca uno.
Ricordo quando mia mamma faceva le pulizie da un medico di Cremona. A volte mi portava con sé. Dovevo fare il bravo e non toccare nulla, mi diceva. C’era un’eccezione, concordata col padrone di casa: la collezione di Alan Ford.
Fu lì che conobbi il gruppo TNT; i supereroi Marvel li conoscevo già. Per dirti gli anni: ho un ricordo nitido di un Devil che combatteva col Coleottero (un supercriminale che oggi farebbe ridere: teneva un paio di ali assolutamente improbabili e – come armi – delle ventose idrauliche buone per sturare un cesso; ma questo lo dico oggi, allora mi strizzava il culo vederlo). 1971 o 72, giù di lì. Tutta roba, per fartela breve, che oggi riempie librerie nello studio e scatoloni su scaffali in garage, assieme a molte altre “nuvole parlanti” accumulatesi negli anni. Roba varia, mica tutta di qualità eccelsa.
‘sto pippone per dirti: magari non tutti capiscono il fascino del fumetto. La “magia”, quasi (non guardarmi come fossi matto…) dell’andare in edicola (una volta, adesso in fumetteria o libreria) per vedere se l’oggetto del desiderio è uscito. Aprirlo, annusarlo, persino… Sì, siamo gente strana. Ma si deve essere indulgenti con le passioni, ne sono convinto.

Ti dico: secondo me Claudio è il tipo adatto per un lavoro del genere. E non solo per la sua conoscenza enciclopedica (sia chiaro: io ne ho letti, di fumetti, ma di fronte a lui faccio la figura del dilettante). Soprattutto, è il tipo adatto per il suo stile: scientemente, quello di chi vuole scrivere fumetti per chiunque, anche per chi non è un cultore dalla “nona arte”. Secondo me lui ha un tratto che cerca di avvicinarti alla lettura, non di respingere un “tiepido curioso”.

Quindi questo suo “manuale intenso sull’amore di Claudio Calia per i fumetti” lo possono leggere tutti.
Sei un appassionato, con conoscenza di buon livello? Ovvio, il suo libro ti interesserà.
Non sei un lettore assiduo, ma qualche nuvola parlante ti ha accompagnato nella vita, e ti sei sempre detto “tempo permettendo mi piacerebbe leggerne di più”? E’ il libro per te.
Non hai mai letto un fumetto, ma vorresti capire perché il tuo caro amico va tutti gli anni a Lucca per il ponte dei morti (“cosa ci trova?!”, ti sei sempre chiesto). E’ l’occasione per chiarirti le idee.
Non hai mai letto “un giornaletto a fumetti” e neppure t’interessa? Non leggerlo, è legittimo. Ma, in fondo, perché stai leggendo me ora??!!

Io non so se ho letto tutto di Claudio. Gran parte sì, ma “tutto” non so. Sicuramente abbastanza per dirti che aspettavo con curiosità di vederlo all’opera su qualcosa di diverso dal solito “giornalismo grafico a fumetti” (oh, lo dico con bonomia: lui potrebbe dire altrettanto di me). E, ti dirò, la lettura del suo nuovo lavoro è scorrevole come sempre. Anche perché, in fondo, in un certo senso si tratta anche stavolta di giornalismo grafico, solo su un tema più leggero, e lo stile è assai simile a quello usato sul “Piccolo atlante storico geografico dei centri sociali italiani”: “è capace di mescolare la sintesi del “giornalismo grafico” col proprio sguardo, pacato e mai privo di partecipazione”, scrissi allora, e lo confermo oggi.

Da “lettore di buon livello del fumetto” aggiungo: sicuramente ci sarà chi, leggendo il nuovo libro di Calia, obbietterà “manca questo e quello”. Io ti dico: buon segno. Ognuno (intendo: ogni appassionato del fumetto) si sentirà spinto a pensare ai propri anni passati in compagnia delle nuvole parlanti, a stilare un proprio elenco di quale autore o personaggio sia fondamentale, per sé. Secondo me proprio questo era uno degli obbiettivi di Claudio. Se lo era, ti dico: con me ci è riuscito.

Francesco “baro” Barilli