lunedì 30 maggio 2011

Allora, come va?

Di commenti sulle amministrative ne avrete letti un bel po’. E ne arriverà un’altra carrettata nei prossimi giorni/settimane...
Quindi sarete stufi... E quindi sarò breve (almeno ci provo) e schematico. Ovviamente la mia analisi si soffermerà soprattutto sulle prospettive della sinistra, cui mi sento più vicino (pur con mille dubbi e distinguo che chi mi conosce sa già, e con cui non è il caso di annoiare gli altri).

CONTENTI? CERTO!!!!
E questo punto lo potrei chiudere qui. Poi, chiaro, è una contentezza che va modulata, che può assumere sfumature diverse, eccetera. Ma il risultato è il migliore che ci si potesse aspettare, di questi tempi.

BIPOLARISMO E VOTO UTILE
Questa è, almeno per me, una nota dolente. Non starò a spiegare perché io non sia un fan di bipolarismo e voto utile. Ma un’analisi oggettiva dice che si tratta di due elementi che esercitano ancora una notevole attrattiva sull’elettorato. Piaccia o meno, anche a sinistra, e di questo si dovrà tener conto (anche se, ripeto per non essere frainteso, sono fra quelli che non ne sono per nulla soddisfatti).
Intendiamoci, la vittoria di candidati “radicali” come Pisapia o De Magistris è innegabile; e poco conta che per me o altri non siano poi così radicali: conta che in questo modo siano percepiti. Però ho la sensazione che le elezioni abbiano premiato i candidati “contro il centrodestra” nella misura in cui questi si proponevano come alternativa concreta (leggasi: concreta a livello di possibilità di vittoria) nelle città interessate dal voto. Per intenderci: Pisapia e De Magistris, certo, ma anche il “marchionnista” Fassino a Torino, in una città in cui la sinistra non è debole e certamente è tutto meno che marchionnista.
Mi sembra, in sostanza, che queste elezioni siano state una scoppola per il centrodestra che è arrivata da qualsiasi coalizione alternativa (al centrodestra, per l’appunto) che si proponesse con valide possibilità di vittoria, indipendentemente dalla sua connotazione “radicale” o moderata.

MA… RADICALI O ANTISISTEMA???
Anche questo è un bel dubbio. Per carità, Milano non è Napoli, il voto era amministrativo, estrarre un giudizio complessivo di orientamento politico non è così immediato come si vorrebbe sperare, fatta salva l’evidente stanchezza verso Berlusconi e i suoi eccessi, eccetera eccetera. Infatti ho come la sensazione che, almeno in certe zone, il voto abbia evidenziato (più che “voglia di radicalità” o “voglia di sinistra”) proprio “stanchezza verso il sistema”. Così spiego il buon risultato delle liste 5 stelle e l’exploit di De Magistris, che non a caso in passato è stato il politico forse più vicino al movimento di Grillo.

“PICCOLA CITTA’, BASTARDO POSTO…”
Nelle piccole città (parlo proprio di piccoli centri con 6-10.000 abitanti, senza neanche una libreria, per intenderci) purtroppo non sento soffiare quel vento di cambiamento che spira a Milano, Napoli e nelle metropoli. E questo mi fa pensare che di Berlusconi ci potremo anche liberare, ma di Barbara d’Urso no. (criptico? Mica poi tanto, dai!!!).

IL CARISMA
Qui valgono considerazioni in gran parte analoghe a quelle fatte su bipolarismo e voto utile. Il “partito personale” del premier ha perso di brutto. Ma non ha perso, purtroppo, il personalismo della politica, né la tendenza leaderistica e populistica (quest’ultima, sia chiaro, declinata dagli altri attori in forme e quantità ben diverse da quelle proprie del PDL). SeL, IdV, 5 stelle sono tutte formazioni che non vanno immuni da questi difetti (“difetti” per me, ovvio).

I REFERENDUM
Sbaglio o nessuno dei neo eletti sindaci ha pensato di dire “bene: il prossimo passo sono i referendum di giugno”? Magari non l’ho sentito io (non sono ironico, ma sincero); se invece davvero non l’hanno detto, hanno perso un’occasione (in parte scusati dalla concitazione di questi momenti).

Beh: sono stato abbastanza breve, no?

Francesco “baro” Barilli