venerdì 4 febbraio 2011

Sangue e merda

Un vecchio politico socialista (mi pare fosse Rino Formica – vi sorprenderà che io citi un socialista della cosiddetta prima Repubblica, ma passate oltre) diceva “la politica è sangue e merda”.
Dopo aver riflettuto sulle ultime vicende italiane, tutto quello che mi sento di dire di sensato – almeno in breve – è che ora è rimasta solo la prima.
A voler giocare con Gramsci (“il pessimismo della ragione, l’ottimismo della volontà”) l’ottimista potrebbe dire “per fortuna non c’è più il sangue”, il pessimista “purtroppo è rimasta solo la merda”.

Il pensiero corre a dieci anni fa. A quello slogan “un altro mondo è possibile” che ci ha fatto sperare, a Genova e subito dopo.
Sì, lo so che lì il sangue c’è stato. Il ricordo non ha smesso di ferirmi. Questo non toglie che quella stagione sia stata anche una breve primavera. Che forse non abbiamo compreso appieno.
Ho sempre pensato che quello slogan fosse bello ma incompleto. Un altro mondo è possibile se sappiamo trovare un altro modo di fare politica: niente è più lontano da questa idea di quel che stiamo vivendo in questi giorni.
Comunque vada, sarà dura uscirne…

“... Ognuno odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il potere di questi giorni. E un potere che manipola i corpi in un modo orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un genocidio delle culture viventi… Sono caduti dei valori, e sono stati sostituiti con altri valori. Sono caduti dei modelli di comportamento e sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento. Questa sostituzione non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati imposti dal nuovo potere consumistico…”
(Pier Paolo Pasolini)